da “Leccenews24.it” del 16/10/2018 – L’accertamento è illegittimo se il Fisco emette l’atto senza prima ascoltare le ragioni del contribuente.
Tale principio emerge da una recentissima pronuncia della Commissione Tributaria Provinciale di Lecce (sentenza n.2873/03/2018, depositata il 28/09/2018, Presidente: Dott. Gabriele Perna; Relatore: Dott. Sergio Mario Tosi, visibile su www.studiolegalesances.it ) la quale recepisce finalmente i principi sanciti dalla Suprema Corte di Cassazione (sent. n.24823/2015), evidenziando l’illegittimità dell’accertamento del Fisco che aveva presuntivamente ricalcolato maggiori ricavi di un’azienda salentina per oltre 130.000 euro senza il benché minimo confronto preventivo con il contribuente.
Secondo il legale dell’azienda, l’Avv. Matteo Sances “viene sancita, dunque, l’illegittimità dei cosiddetti accertamenti fiscali <<a tavolino>>, dove spesso il Fisco si limita a chiedere la documentazione contabile al contribuente, senza chiedergli alcuna spiegazione su costi e/o operazioni relativi alla sua attività, salvo poi inviargli pesanti accertamenti che lo costringono a una dura lotta contro il tempo per giustificare tutte le contestazioni che gli vengono mosse”.
I giudici di Lecce, infatti, nel riprendere i principi della Suprema Corte dichiarano in sentenza che “.. riguardo all’Iva, oggetto di ripresa fiscale, ritiene il Collegio che in mancanza dell’irregolarità relativa alla previa instaurazione del contraddittorio il procedimento avrebbe comportato un risultato diverso .. Pertanto con riferimento all’Iva l’avviso di accertamento emesso nei confronti della società deve essere annullato”.
Ovviamente, il recepimento di tali principi anche da parte dei giudici leccesi rende sicuramente giustizia ai contribuenti fin troppo vessati da accertamenti fiscali che molto spesso sembrano al di fuori della realtà aziendale.
Si spera, dunque, che anche attraverso queste pronunce si possa contribuire a realizzare un clima di maggiore collaborazione tra Fisco e contribuenti.
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