da “Leccenews24.it” del 15/05/2019 – I giudici hanno accolto il proposto presentato da un’imprenditrice, attraverso l’avvocato Sances, rilevando come prima dell’emissione degli accertamenti non fosse stata ascoltata per esporre le proprie ragioni.
Non era stata convocata dall’Agenzia delle Entrate per esporre le proprie ragioni prima di emettere gli atti e per questo l’accertamento cui era stata sottoposta è stato annullato.
È quanto stabilito dalla sentenza n.3037/2018 emessa dalla Commissione Tributaria di Lecce che ha annullato due grossi accertamenti Iva, il primo da oltre euro 100.000,00 di Iva + 112.000 di sanzioni e un ulteriore atto di recupero di circa 70.000,00 euro di sanzioni.
I fatti
Tutto parte a seguito di un’indagine partita nel 2017 dalla Guardia di Finanza di Lecce nei confronti di un commercialista leccese, nella quale emergeva come il professionista “avrebbe manipolato le dichiarazioni iva ad insaputa dei suoi stessi clienti, ai quali faceva acquistare (con relativo esborso economico) crediti ritenuti certi ma in realtà rivelatisi inesistenti”.
A seguito di ciò è emerso che un’imprenditrice – rappresentata in giudizio dall’avvocato Matteo Sances– con un’attività commerciale nel Basso Salento, fosse parte lesa, in quanto a fronte di un esborso economico di 70.000 euro per l’acquisto di un credito Iva da una società suggerita dal commercialista (credito poi scoperto “inesistente”) ha effettuato alcune compensazioni con il proprio debito Iva che sono state contestate dall’Ufficio delle entrate il quale ha emesso gli accertamenti senza preoccuparsi di cosa fosse realmente successo.
Il ricorso
Ebbene, i giudici della Commissione Tributaria di Lecce hanno accolto il proposto dell’imprenditrice attraverso l’avvocato Sances, rilevando come prima dell’emissione degli accertamenti la contribuente non fosse stata ascoltata dall’Agenzia delle Entrate. In quella sede avrebbe potuto produrre gli esiti delle indagini della Guardia di Finanza che la vedevano sostanzialmente come parte lesa.
A sostegno di ciò, si è rilevato come sia il processo che la Corte di Giustizia Europea e poi anche la Suprema Corte italiana abbiano sancito l’obbligatorietà del preventivo confronto tra Fisco e contribuente prima di emettere un accertamento Iva a pena di illegittimità degli atti.
I giudici di Lecce, con questa sentenza innovativa, hanno riconosciuto in pieno le contestazioni della contribuente citando nella sentenza tutta la giurisprudenza comunitaria sottoposta nel corso del dibattimento.