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LA VENDITA “SOTTOCOSTO” NON BASTA PER L’ACCERTAMENTO

da “Il Giornale delle PMI” del 16/05/2014 – La sola vendita “sottocosto” dei propri beni da parte dell’impresa non basta ad avvalorare l’accertamento fiscale.

Sono queste le considerazioni a cui è giunta in questi giorni la Suprema Corte, la quale, con ordinanza n.10.041 dell’8 maggio 2014, sottolinea come il comportamento antieconomico non rappresenta di per sé una violazione fiscale.

I giudici della Cassazione, dunque, chiariscono come oltre alla vendita dei beni in regime di antieconomicità debbano necessariamente intervenire ulteriori elementi per giustificare un accertamento fiscale, quali ad esempio la mancanza di validi motivi da parte dell’impresa ad adottare un tale comportamento (si pensi ad una crisi urgente di liquidità). Ma non solo.

La pronuncia della Suprema Corte, inoltre, chiarisce anche che in presenza degli opportuni requisiti il discorso può valere comunque  solo per le imposte dirette (IRES) ma non per l’Iva; ciò deriva dal fatto che secondo la Corte di Giustizia Europea in questi casi non vi sono limitazioni particolari per l’imposta sul valore aggiunto sempre che non sussistano ulteriori gravi comportamenti (come ad esempio operazioni inesistenti, sovrafatturazioni, ecc…).

Avv. Matteo Sances

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